Un uomo entra in un caffè. È vecchio, stanco. Sembra svagato. Come un fantoccio, trascina le gambe, avvolte nei pantaloni di velluto a coste dal colore indefinito.

Mentre la porta del locale lascia fuori, sbattendo, il freddo vento di novembre, l’uomo si dirige a fatica verso una sedia, adagiandosi lentamente su di essa con uno sforzo immenso, come se avvertisse dolori dappertutto. Nino, il ragazzo che tutto il giorno serve whisky e tequila ai clienti infreddoliti, sta pulendo il bancone con il ritmo lento di chi trasporta su di sé il peso di una lunga giornata di lavoro, e tante, tutte uguali, ne dovrà ancora reggere. Guarda verso la sedia che l’anziano ha occupato e serve al cliente un liquore secco. Conosce bene i gusti del silenzioso avventore e li asseconda, senza aspettare che lui ordini.

È tardi. A quell’ora Nino rimane da solo. Giuseppe, il padrone del bar, torna a casa, mentre gli ultimi avventori si affrettano a uscire sapendo che di lì a poco il ritrovo chiuderà. Nino sa che quando il locale si svuota, puntuale si materializza il vecchio e così gli fa trovare il suo solito brandy da quattro soldi e i pacchetti di sigarette quasi vuoti che i clienti distratti hanno dimenticato sui tavolini. Gli permette di fumare qualche sigaretta facendo finta che il divieto non esista e “dimentica”, per compassione, di fargli pagare il conto. Quando il vecchio sprofonda nel torpore, Nino sta molto attento a non disturbarne il sonno. Lo desterà quando, spente le luci, sarà costretto a chiudere il bar per rientrare a casa e mangiare un boccone, prima di immergersi anche lui in un plumbeo sopore.

Il giovane prende la scopa per spazzare via le foglie che hanno invaso il locale. Il persistente vento autunnale le ha trascinate dentro a ogni apertura della porta. Urtando un piede del suo cliente, che dondola da una gamba accavallata, nota come quel piccolo inconveniente non abbia per nulla turbato il quieto riposo che alcool e stanchezza hanno indotto nell’uomo. Le sue scarpe sono piene di fango, hanno crepe sulla tomaia e, osservandole meglio, è facile immaginare gli innumerevoli buchi presenti sulle suole. Ha i calzini malamente arrotolati sulle caviglie magre.

Il barista scruta quel viso grinzoso che, nella semioscurità, ha assunto l’aspetto di una maschera grottesca. L’ombra, proiettata dalle foglie in movimento sugli alberi fuori del locale, disegna attraverso i vetri appannati strani arabeschi tra i solchi delle rughe, mentre una piega amara si delinea netta sulle labbra sottili, circondate dalla barba incolta. Sembra marcata dal taglio deciso di una lama. Il ragazzo sorride con dolcezza, pensando a quanto sia cara a lui quella persona che gli ricorda suo padre. Per questo motivo non affretta mai la sua uscita dal locale, anche quando si sente troppo stanco per trattenersi in piedi a servirgli liquori.

Cuce storie di solitudine addosso a quell’uomo sempre taciturno, trasandato. Forse una moglie che non c’è più, o dei figli che lo hanno abbandonato o, chissà, soltanto un volontario isolamento che lo accompagna da sempre. Nipoti? Se ne avesse, non andrebbe a ubriacarsi tutte le sere per dimenticare le amarezze dipinte su quel volto di pietra, non fumerebbe sigarette di ogni tipo per annebbiare quei lugubri pensieri che gli attraversano lo sguardo ebbro. Nino ricama, ogni giorno, tutte le possibili avventure sulla trama della vita di quel tale, che in realtà non conosce davvero. Lo osserva. È solo un corpo stanco, pieno di alcool a basso costo. È una camminata lenta che si perde nel fumo acre, fetido, avvelenato, dell’emarginazione.

Il fruscio della scopa si arresta insieme ai pensieri del ragazzo sulla paletta che ha raccolto foglie avvizzite, tovaglioli di carta sgualciti, tappi di birra, briciole cadute dalle ciotole degli stuzzichini. Il capiente bidone accoglie gli avanzi di quella fredda giornata autunnale. Nino, assonnato, indugia ancora, apprestandosi a riordinare qualche bottiglia semivuota che l’indomani getterà insieme ai vacui pensieri depositati in quel locale dagli ubriaconi di passaggio. Si volta di colpo. È sorpreso. Si accorge che il vecchio è andato via senza far rumore, senza salutare, senza dargli il tempo di tenergli, come ogni sera, la porta aperta, per rispetto di quell’età indefinita che appartiene solo a lui.

Che strano - pensa - quell’uomo, di cui non conosce neppure il nome, è sparito dimenticando di trascinare fuori dal locale il proprio corpo avvizzito, stanco di vivere. Lo ha abbandonato così, come un misero fardello, su quell’anonima sedia di un caffè di periferia.

Tutti i racconti

5
5
16

IN CUCINA

Una ghiottoneria

28 March 2024

Per cena ho impastato l'amore con burro uova e farina. Ho gettato la palla nel cielo, son scese le stelle a gustarla.

Tempo di lettura: 30 secondi

3
6
17

IL CIELO AL TRAMONTO

28 March 2024

Il CIELO AL TRAMONTO NARR 1: “Il pittore, il pittore è scomparso, non c’è più. Come faremo? Lui non c'è più e noi non sappiamo cosa fare. Il quadro s’ha da finire, è indispensabile! Doveva essere un masterpiece, il suo ultimo masterpiece. Ma lui se n’è andato, non so come, è scomparso, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
5
17

Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale)

Seguito di “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”

28 March 2024

Attenzione: In questo racconto contiene passi della Sacra Bibbia. Coloro che vogliano evitarli possono leggere qualche altro mio racconto invece di questo. Buona lettura. ————————————————————————————————— Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale) Selafiele [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
6
24

Autunno

27 March 2024

Autunno Verrà e porterà profumo di caldarroste di mosto che ribolle di funghi e mais da sfogliare e fagioli da mettere a seccare. Verranno le nebbie intrise degli umori della terra e alberi che lasceranno andare le foglie per il loro atteso, unico e solitario viaggio d’addio. Verrà il tempo [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Antonellina: Bellissima poesia!
    Hai descritto la magia di una stagione che appartiene [...]

  • Patapump: bravo Lorenzo
    sai sempre descrivere in maniera egregia 🤗
    le immagini? [...]

5
6
21

Mai chiunque….

27 March 2024

Nella tua mente non portare chiunque. Rischierebbe di perdersi nei vicoli stretti dei tuoi dinieghi,scivolando nelle curve delle tue incomprensibili contraddizioni. Negli anfratti dei tuoi euforici eccessi. Dei tuoi snervanti silenzi. Lascia entrare solo chi ama passeggiare sotto i temporali. Sotto [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
2
14

Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo I

Seguito di “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”

27 March 2024

Incipit: poco dopo la visita di Belzebù e Brace in Paradiso (vedi “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”- Capitolo III), tutto il Paradiso si indigna. Il motivo è che a parer loro ai giovani diavoli non viene data la possibilità di accedere a un’istruzione completa, come avviene [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Capitolo primo? I precedenti fanno parte di questo? Hai creato un mondo. Un [...]

  • L’esilioDiRumba: Certamente, mi fa piacere interessi.
    I due racconti sono correlati e sono [...]

3
11
34

Storia di una donna ossessionata dal suicidio di Luigi Tenco

Dopo aver ascoltato “Ciao amore, ciao”, scrive al marito: «Mi uccido, seppellitemi a Ricaldone». Lascia tre figli

26 March 2024

F.C. non aveva mai prestato attenzione alla musica leggera. Non sapeva chi fosse Luigi Tenco e non aveva nemmeno seguito il Festival di Sanremo, ma il suicidio del giovane cantautore l'aveva colpita profondamente. Ogni notte, F.C. lo sognava e raccontava al marito, un operaio che la sera rincasava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Carola scrivi sempre in modo egregio. Sei in grado di fornire le storie di [...]

  • L’esilioDiRumba: Per quello che vale, ho letto che per un suicidio di un giovane influencer [...]

4
9
32

Perle o biglie?

poesia

26 March 2024

PERLE O BIGLIE? Siamo perle Tutte raccolte insieme sullo stesso filo Una poi l’altra infilate dal destino La [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • An Old Luca: stapelia: molto gradita.
    Mi sono domandato anche io se perla o biglia. [...]

  • stapelia: An Old Luca. La frase che ripeto spesso è; "non facciamoci troppe [...]

2
15
29

Questione di testa

26 March 2024

Gino non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. «Sono stanca di uomini vuoti, G» gli aveva ripetuto più volte prima di chiedergli – chiedergli? Dio mio l'aveva quasi implorato – di salire e quel “G.” lo faceva impazzire, gli dava l'illusione di non essere “Gino” (che razza di nome, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Intendiamoci, trovo il racconto "carino", altrimenti non l'avrei [...]

  • L’esilioDiRumba: @Rubrus anche questa tua ultima battuta alla Leo Ortolani (per chi non lo conosccesse [...]

3
13
32

Filosofia e olio motore

Ricordi d'infanzia

25 March 2024

Da bambino qualche volta mi avventuravo nell'officina di mio padre, che per me era una specie di parco giochi, pieno di cose affascinanti e misteriose. Ricordo soprattutto l'odore di “morchia”, un impasto di olio motore esausto e polvere che avvolgeva gran parte dei motori del tempo e necessariamente [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: a me capitava nella falegnameria paterna..
    li odoravo colla e ammiravo [...]

  • ducapaso: @Patapump sono ricordi che ti restano☺

2
2
13

Vaccini per cattivi comportamenti.

Comportamento incontrollabile

25 March 2024

Vaccini per cattivi comportamenti. -Ciao! Ho un altro incidente dovuto a un cattivo comportamento nella mia classe. - Va bene. Per favore, dammi un minuto. Devo preparare le siringhe. Che tipo di comportamento è quello? - Un alunno cammina in classe e disturba gli altri. E il secondo sta urlando. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Mah, mi sembra triste!

  • stapelia: Testo interessante. Mi ha ricordato episodi del mio vissuto! Mi interesse sapere [...]

2
6
20

Riflessioni neonatali

Racconta il sogno di un neonato ( steso a pancia in su )

25 March 2024

Signori miei, è inutile girarci attorno: quando sei nato non puoi più nasconderti. Ragione per la quale, sto qui a osservare, da una ventina di giorni dalla data della mia nascita, un misto di volti che mi sorridono e che si esprimono mediante l’uso di vocine eccessivamente acute. E’ probabile [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • stapelia: Ben trovata ! Devo essere sincera e lo sarò. Il tuo testo, questo, [...]

  • stapelia: Sono stata influenzata dall'incipit? "Quando sei nato non puoi più [...]

Torna su