Sua madre gli aveva stirato la camicia bianca.  
-Mettiti la giacca.    
-Ma è per un call center, non serve...    
-Tu mettila.  
In bagno certi giorni la chierica non si vedeva. Quella mattina brillava.
Aveva preso il caffè in cucina, in piedi, mentre suo padre fissava La7.
“Ora me lo chiede, ora...”. Suo padre non gli aveva chiesto niente. Era inaccettabile. -Comunque vado ad un colloquio.        
Lo disse male, con poca convinzione, e quella poca malcelata dalla solita arroganza. Il padre aveva alzato una spalla. Lui gli vedeva la nuca vibrare. Era così da tanto. Da quanto? Da quando aveva lasciato l’università? Forse da prima.      
-Non te ne frega niente?   
Si trovava ancora nel crinale, sul filo sottile tra quella che lui credeva una vittoria e il degenerare (per l’ennesima volta) in uno dei loro litigi vischiosi, crescenti, che in fondo lo annientavano. Sua madre, acuta come un insetto, aveva avvertito i segnali. Era entrata in cucina di fretta, li aveva guardati dalla porta, un istante, la postura, quel silenzio ancora odoroso di sonno eppure già rauco. Non era una donna intelligente. Ma stremata. Quello sì. Tra due fuochi, perennemente tra quei due fuochi onnivori. Suo marito. Suo figlio. Lui invece era intelligente. Ma non abbastanza stremato. Dal dare e ricevere mortificazione. 
-Va bene, non te ne frega un cazzo. Io vado a cercare un lavoro e a te non importa.   
Per un attimo, un breve frammento di forza parve attraversarlo. Così aggrumato a quella verità minima, debole, ma oggettiva, stavolta pareva potersi riscattare dalle troppe volte in cui si era difeso senza armi e per questo attaccando, come un esagitato. Stavolta sentiva di avere tra le mani almeno un tris di figure. Sorriso sarcastico.    
-Vedi, come al solito: se non cerco o se cerco è uguale. 
Disse a sua madre che aprì la bocca, come un pesce. Sua madre, l’unico animale in casa, tutto istinto e sensibilità. Quella forza durò un soffio. Prima di tossire, il padre, senza voltarsi, senza alzarsi, senza cattiveria disse: -Sì, ormai è uguale.         
Full.   
E mentre saliva la vergogna, si ricordò, nitidamente, come un’illuminazione, che non aveva i soldi per le sigarette e i biglietti della Gtt. O per le une o per gli altri. A piedi non si poteva andare fino in piazza Benefica: non sarebbe mai arrivato in tempo. Avrebbe dovuto chiederli a suo padre. Posò la tazzina.          
-Mamma, hai visto la borsa grigia?       
L’animaletto di casa capì immediatamente. Uscirono dalla cucinetta insieme. La madre estrasse il portafoglio silenziosa dalla borsa. Gli diede cinque euro. Sperava almeno in dieci. La madre glieli mise in mano con la solita manovra del “prendi prendi e zitto, non ti preoccupare”. Lui avrebbe dovuto replicare con l’altrettanto solita manfrina “No, tranquilla, li ho”. Non ne ebbe la sfrontatezza. Uscì e l’androne, le scale, il palazzo, il mondo gli sembrarono più grandi, spogli, nitidi. Se fino alla sera prima quell’ipotesi del call center gli pareva la cosa più vicina alla sterminio del suo essere, ora, nonostante la spossatezza, era determinato ad ottenere quel lavoro, ma soprattutto a farselo piacere. Come una donna non bella ma premurosa. Come qualcuno da aiutare per sentirsi moralmente migliore, riflesso nel suo grazie. Odorò ascelle e si perse dietro discorsi frammentati fino in via Duchessa Jolanda, dove scese.

Il 29 era una palazzina di tre piani, elegante. La Contacto aveva l’unico citofono scritto a mano e attaccato con lo scotch. Seminterrato. Scrivanie da usciere, telefoni a tastiera, macchie di caffè, sigarette spente male, cinque ragazzi tutti dita e occhi e un uomo biondo con la coda. Una specie di sicario. 
-Piacere, Aliosha.   
Gli tese la mano quello. Poi gli spiegò il lavoro. Una prova di mezza giornata. Lui vide le pile di pagine bianche, logore. Un calendario dei Carabinieri. Un orologio.      
“Buongiorno, mi chiamo *nome di fantasia*, sono dell’Ufficio – mi raccomando, non Agenzia - delle Entrate. La tranquillizzo subito, non è questione di tasse. Stiamo chiamando i contribuenti regolari come Lei per proporle la guida per la compilazione del modello unico. Sono tre uscite. 145€, le paga anche a rate, noi gliele facciamo avere comodamente a casa...” tutto scritto in un foglio, non c’era da sbagliarsi. 
I nomi a caso dagli elenchi.        
-Tu sei in prova, inizia dal difficile: tieni il Molise. 
La prima telefonata fu terribile. Subito un insulto. Dopo un’ora e mezza iniziò a sentire una pena fortissima per quella gente che chiamava. Stava per avvisare un vecchio che continuava a ripetergli:
-Mi scusi, sono anziano, non capisco, è una multa? Quanto devo pagare? Mi aiuti.     
Gli ricordò suo padre, suo padre di quella mattina, voleva salvarlo da quella truffa, da se stesso. Stava per farlo. “È uno scherzo” era pronto a dire. Per fortuna alzò gli occhi: si accorse che Aliosha, dietro una porta a vetri, stava controllando, serio, con un telefono collegato, la sua chiamata. Dismise l’empatia. Finse entusiasmo. Andò avanti fino alle tredici. 
-Per me vai bene, puoi venire da domani: sono 340 al mese e 10 per ogni abbonamento. 
-Non so... non so se sono portato...     
Balbettò.      
-Per me vai bene.   
-Non ho venduto niente. 
-Venderai.    
Uscì deciso a non tornare più. Si tolse la giacca.       
Avrebbe camminato: risparmiava un biglietto. 

Tutti i racconti

0
0
8

Il Mio Nome È Donna

19 March 2024

Il Mio Nome È Donna Sono gemma che sboccia in silenzio al crepuscolo, sotto gli occhi del tenero sole. Sono flebile alito di tempo che intona la mia nuda essenza, tra i meandri dei miei anni. Sono tenace speme tra le mani di chi mi accoglie, come ancora di salvezza. Sono maledizione e benedizione [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
6

Chapeau!

19 March 2024

Chapeau! Ho sciato con gli sci senza sciolina su un pendio scosceso affrontando una discesa dopo una lunga ascesa, scevro da ogni sorta di sciovinismo socio sovietico, come fossi uno sciamano dopo uno sciopero per obiezione di coscienza verso l'uso di uno sciampo di una marca molto chic, creato [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

8
12
101

Il cinico, l'infame, il violento

19 March 2024

Erano passati ben tre mesi dall'ultima volta che io e Riccardo, il mio collega avevamo ricevuto lo stipendio da Mario, il titolare del negozio di ferramenta per il quale lavoravamo. Il boss, quasi quotidianamente, si giustificava adducendo i costi di gestione, le tasse e la merce da pagare ai fornitori, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
1
9

Il silenzio

Parlarsi... è amarsi

19 March 2024

Lucio le aveva dato appuntamento alle 12,30 al bar di piazza Alario. era impaziente di vederla, doveva parlarle, raccontarle la verità, soprattutto in questo momento in cui le cose tra di loro non andavo granché bene. Mentre tormentava con le labbra l'ennesima sigaretta la vide arrivare in lontananza. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Antonellina: Il silenzio è il rifiuto e la totale chiusura verso l'altro. Di [...]

3
5
28

CONTINUUM

18 March 2024

CONTINUUM Sono corsa dietro alle chimere per così tanto tempo! È un tempo perduto che non posso riacchiappare. Resta un rimpianto, malinconico, struggente Che mi avvolge il cuore! Spero in un infinito che tutto possa riaggiustare. Ricomporre i frammenti di una vita dispersa in mille angoli di [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
4
30

Belinda

18 March 2024

Nei primissimi anni settanta del secolo scorso avevo il mio cavallo. In verità non si trattava di un animale. Avrei voluto anche quello ricordo . Ma vivendo in città mia mamma impiegò una giornata intera e la sua dolce pazienza per farmi comprendere le ragion di quel no che probabilmente [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
8
29

Eiianto

18 March 2024

Di nuovo è arrivato quel momento che aspetto quando inizia settembre. Il momento in cui i fiori invadenti dell’elianto mi distraggono mentre percorro in auto la strada statale da casa al lavoro. Basta che qualche corolla sbocciata faccia la sua apparizione e mi metto in agitazione. C’è chi impazzisce [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Zio Rubone. Grazie. Il tuo parere è sempre un piacere e i topinambur, [...]

  • L’esilioDiRumba: Nemmeno io lo ho mai provato, un motivo in più per cucinarlo.

2
2
18

Un'Altra Volta Ancora

18 March 2024

Sotto l’immensità del firmamento stellato, le mie iridi colme di percezione cinte dal desiderio di apparire opache come freddo marmo, quando turbati, nel profondo, fissano disincantati con occhi lacrimosi quella sedia a dondolo, ma vuota e in vista nel bersò che una volta allestiva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
0
10

Chiedo scusa se ancora mi racconto

In breve vi spiego gli albori di Gennaro 'o masto d''a pizza seconda ed ultima parte

17 March 2024

Il quotidiano: “Roma” dedicò ampio spazio sia al personaggio che al format grazie a Diego Paura. Grazie a CRC Targato Italia, nella persona di Tommaso Gabriele, concesse adeguato spazio per l’intervista alla vigilia della conferenza stampa da solo pizza via Manzoni. Altre partecipazioni ad eventi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
3
20

Il pianeta Seed

Le città invisibili 2.0

17 March 2024

Oggi vi voglio parlare non di una città, ma addirittura di un intero pianeta. Il pianeta civilizzato Seed, proveniente dal sistema di una delle stelle della galassia Grande Nebulosa di Andromeda. Il periodo successivo a quello in cui terminarono tutte le guerre su Seed, a ogni suo abitante maggiorenne [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Non sono certa di averlo capito. E non si tratta di una novità! Sono [...]

  • Rubrus: Pour parler. Quello che ci leggo io è un apologo relativo a una forma [...]

1
2
27

QUESTIONE DI POCHI ISTANTI

17 March 2024

Non senza patimento reclinai il mio misero corpo verso quelle acque reflue, che gorgogliavano satolle ed invitanti. Mi bagnai dapprima un polso, poi un gomito, scelti a caso tra le mie molte membra, e considerai che mancava poco più di mezz’ora alla chiusura. Ero felice in quegli istanti, più che [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • stapelia: scrivi in maniera accattivante. Con proprietà di linguaggio attiri i [...]

  • Davide Cibic: Gentilissima,son ben lieto che questo brano ti abbia lasciata un po' in [...]

2
3
17

il campo delle mele

17 March 2024

Il campo delle mele Siamo qui io e te. Nel chiarore della luna andremo verso il campo dove l’autunno sta maturando le mele. I tuoi occhi scintillano sento il tuo cuore battere veloce sei eccitata. Mai hai rubato se non la luce delle stelle imprigionata nei tuoi occhi se non il profumo dei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su