La valigia: una storia piena di amore
Ed eccomi qua.
Lei è lì di fronte a me, sformata, strapiena, scolorita, impolverata, sempre uguale a se stessa.
La “valigia”.
Ha superato i confini del tempo, portando con sé il suo carico di sogni, emozioni, frammenti di vita che anno dopo anno, vita dopo vita andava aumentando riempiendone ogni spazio. 
E ogni volta che qualcuno la apriva se non era per incrementarne il contenuto era forse per berne avidamente ogni immagine, ogni istantanea, ricordo dopo ricordo, emozione dopo emozione.
E come sempre, guardandola, mi perdo.
Tornano alla mente le serate allegre passate a spulciare tra quelle vecchie foto, consumate e ingiallite dal tempo, che sembravano voler parlare per raccontare alle nuove persone che si affacciavano nella nostra vita da dove venivamo e quindi, indirettamente, dove stavamo andando.
Era sempre così, tutti seduti intorno al grande tavolo del soggiorno a osservare le istantanee di volti, luoghi, situazioni, a chiedere a mamma e papà di raccontarsi, di raccontarci.
Ricordo tutto: la curiosità dipinta sui nostri volti, le risate cristalline, le mani di papà, grandi e forti, quelle mani che anno dopo anno si facevano sempre più vecchie e consumate; la delicatezza con cui maneggiava le foto tenendole dal bordo frastagliato per non sciuparle, come qualcosa di prezioso e unico.
E lei, nostra madre, colorata, allegra, frizzante. Lei che sul retro di quelle foto ci ha sempre scritto didascalie incomprensibili, con quella sua grafia che nessuno (forse neanche lei) è mai stato in grado di leggere.
Tutti intorno alla valigia.
Quanti momenti meravigliosi.
Ho un nodo allo stomaco mentre la guardo, quasi mi manca il coraggio per aprirla, e me ne sto lì seduta, semplicemente a guardarla, pensando dentro di me a quanta vita c’è lì dentro: fotogrammi, istanti cristallizzati di esistenze che nel loro susseguirsi hanno riempito le pagine immaginarie di una storia.
La nostra storia.
La mia storia.
Lentamente, come se fosse un’entità slegata dal resto del mio corpo, la mia mano si sposta verso di lei. 
Le mie dita iniziano a percorrerne i bordi. Al tatto sono freddi; piccoli granelli di polvere si depositano sui miei polpastrelli, mentre pian piano le mie mani si spostano verso l’interno. Qui la percezione è diversa e le mie dita avvertono il ruvido attrito del cartone. 
E io continuo ad accarezzare quell’oggetto, ne assaporo ogni protuberanza, e mentre lo faccio le emozioni zampillano in me, come se sgorgassero da una sorgente interna che nessun’altro può vedere.
Ma perché mai, penserete voi (eh lo so che lo state pensando), questa se ne sta lì ad amoreggiare con una vecchia valigia impolverata?
E va bene, lo ammetto, probabilmente a occhi estranei può sembrare solamente quello che effettivamente è: una vecchia, brutta valigia di cartone pressato, ma in cuor mio io so che così non è.
Perché il valore di un qualunque oggetto alla fine sta negli occhi di chi guarda quell’oggetto.
Perché quella valigia vecchia e impolverata ha un’anima.
Ed io so bene che nel momento in cui la aprirò respirerò ancora una volta, come sempre, la magia e l’incanto, mi immergerò nelle acque dei ricordi e potrò osservare i volti scoloriti dal tempo di tutte le persone che direttamente o indirettamente mi hanno portato ad essere ciò che ora, proprio in questo istante, io sono. 
Ascolterò le loro voci. Riderò e piangerò ancora. 
E racconterò ancora, come tante volte, la mia storia. La racconterò a me stessa... e a chiunque abbia voglia di ascoltarla.
 Lo farò, probabilmente, in maniera caotica, frammentata, incostante... so che sarà così, perché alla fine nel mio racconto sarà lei, la valigia, a guidarmi. 
Vi è mai capitato di leggere una storia al contrario?
A me capita ogni volta che apro quella valigia.
Perché quando apro lo scrigno dei ricordi le prime fotografie che vedo sono quelle più recenti.
Ed è un po’ come salire su una improvvisata e scalcinata macchina del tempo, dove ogni istantanea, ogni pezzetto porta con sé un carico di emozioni. La pazza storia a testa in giù di una famiglia, la mia famiglia.
Una storia piena di gioia, risate, momenti indimenticabili, ma anche di momenti bui, difficoltà, percorsi spezzati… una storia, insomma, piena di vita. E di amore
Allaccio le cinture e rompo, gli indugi, apro la valigia... il viaggio ha inizio.

Tutti i racconti

0
1
7

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
9

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
3
17

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: un cuntastorie di paese
    che bello!
    la tradizione orale che travalica [...]

  • Rubrus: Sono andato a leggere il racconto (suggerimento: usate l'opzione "ricerca" [...]

0
4
19

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Patapump: Antonellina ti dico la mia pur non essendo solito correggere
    cosa avrei [...]

  • Antonellina: Sì, forse ho ripetuto troppe volte "Mollie", potevo sottintendere [...]

1
2
17

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
194

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
7
20

Lettera fantasiosa da chi è stato tuo e tiene a te

Seguito della mia precedente poesia “La farfalla e l’elefante”

21 April 2024

Lettera fantasiosa da chi è stato tuo e tiene a te Ci siamo trovati in una vita precedente siamo stati bene assieme. Così tanto bene che lei mi ha riconosciuto e vorrebbe ricongiungersi a me anche in questa vita così come nelle prossime fino al limite. Ma ogni vita dovrebbe [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: La mia impressione è che sia molto personale e dedicata. La fantasia [...]

  • L’esilioDiRumba: Puramente fantasiosa, non credo nemmeno nella reincarnazione. Mi sono lasciato [...]

3
4
13

Sedoka - 3

21 April 2024

frangie di spume sul mare col grecale scontra quei faraglioni scalda la lana sotto grigiastre nubi le mani infreddolite Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
3
17

Altrove

21 April 2024

Il mondo non ha bisogno delle mie parole, io non ho bisogno delle parole del mondo, altrove è la realtà che non parla, selciato che si cammina scalzi, le finestre spalancate, i vetri rotti tra le rovine di una casa diruta, è bellezza che si spoglia del tetto, delle mura, degli orpelli, che non [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Ho letto e riletto il testo per capirlo nel profondo. Non ha importanza quello [...]

  • Rosnik: Diciamo sempre addio a qualcosa ogni giorno che passa, spero che la scrittura [...]

2
4
18

Haiku

20 April 2024

tra i primi freddi quei rossi gigli ragno - tributo al cielo Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
8
23

Che poi mia moglie vuole anche lei

Vita fantozziana - contiene riferimenti al sito Letture da Metropolitana su cui scriviamo

20 April 2024

Tizia è una casalinga. Madre di tre figli piccoli. Sposata con un operaio. Quando ha del tempo libero dalle sue mansioni e dal doversi curare dei figli, si diletta nella sua passione preferita: la lettura. Un giorno, navigando su internet, scopre il sito “Letture da Metropolitana”. Essendo una [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Patapump: il termine perentorio della moglie mi ricorda qualcosa.. 😅
    ma cari uomini, [...]

  • stapelia: ah, ah, ah. Conta il risultato. Stesura e prosa perfetti! Risate!

4
17
50

Un calcio e via

Potere alla fantasia

20 April 2024

Un calcio al pallone poi di testa la prendo Provo un tacchetto faccio una finta chiedo un passaggio tutto sommato non sono malaccio stanno al gioco i ragazzini e con la fantasia godo e mi inebrio ah! Se i potenti avessero questi poteri nella memoria nascosti. N'carcio ar pallone poi la [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Piccola stella: Visto che mi tiri on ballo, Walter, ci tengo a precisare che :
    Mi sono [...]

  • stapelia: Grazie Walter! Questo è l'unico modo che ho di ringraziarti pubblicamente! [...]

Torna su