Un matematico o un fisico teorico possono individuare un modello guardando la disposizione dei granelli di sabbia in un centimetro quadrato di spiaggia... è possibile che accada, ad alcune menti speciali, a quelle che vedono e sentono colori e sapori quando guardano, che so, dei numeri o i ciottoli lungo un fiume. Un numero è rosso, un altro "sa" di lampone, un'equazione brilla, un'altra è cupa... pare che accada, per alcuni. Poi, l'intuizione, poi le equazioni, le contro prove, la teoria, la pubblicazione... un pezzo di universo viene acquisito e lo si aggiunge a quello già conosciuto.

Immagino l'adrenalina durante le prime fasi, il tormento se l'equazione non prende forma, la frustrazione di un punto morto... o la liberazione quando tutto poi si compie, la soddisfazione e la vanità nello sfoggiare il risultato.

È amore. Vedi qualcosa che ti colpisce, sveglia tutti i tuoi nervi assopiti dalla routine, ci giochi, te ne nutri, è un bellissimo affascinante mistero, lo fai tuo e lo mostri al MONDO.

Che fregatura somigliare di più a uno psicoterapeuta, a saper riconoscere uno schema nelle persone. Non è come coi granelli di sabbia e i numeri, sapete? È tutto più rigido e ripetitivo in piccolo, non porta a una parte di universo sconosciuto ma solamente a un modello già presente e già scoperto. Insomma, i comportamenti umani sono "finiti" o definibili in un numero finito di schemi. Tanti, eh, per carità: in fondo, non siamo "tutti diversi, ognuno è speciale" etc etc? Hahahaha... Non sono un'ingenua, avrei visto anche i tuoi, prima o poi, è uno dei miei talenti odiosi. Ma questa volta, tanto mi sento, sono innamorata, avrei voluto non trovarli mai. Addirittura: vorrei essere stata cieca e sorda almeno per un po', a costo di soffrire di più: otto mesi, un anno, due anni, il tempo naturale di un innamoramento e la sua fine...

Che dolore... pesante.

Li ho visti quasi subito, i tuoi. Usavo un cancellino immaginario per pulire la lavagna da quei numeri colorati, numeri al neon, lampeggianti e poi mi imponevo di chiudere gli occhi ma ogni volta che li riaprivo, una mano invisibile ce li aveva scritti di nuovo. E ho fatto la mia richiesta come fosse una preghiera: non mostrarti, non adesso, aspetta ancora un po', smetti di scrivere su quella lavagna, non parlarmi di lei, di loro...

Niente. Schema visto, schema acquisito. La fine sarebbe potuta arrivare più avanti ma la tentazione del cattivo giocatore di poker è sempre quella di far vedere le proprie carte, si chiama vanità. Perché pensa che una scala reale massima di Cuori sia imbattibile... ma come in una bella giornata si nasconde una tragedia, può capitargli che l'altro abbia una minima di Picche. E perde tutto. Mi hai mostrato la tua scala reale di Cuori per vanità (se ancora ti stai chiedendo perché l'hai fatto, te lo dico qui: per vanità, ringrazia il tuo inconscio sabotatore) e io ho una minima di Picche, il talento per gli schemi di comportamento, grazie psicoterapia, vaffanculo psicoterapia.

Sfiga pura.

Alla nostra età si sa bene che l'amore finisce ma sarebbe stato bello arrivare in fondo, magari con dramma della gelosia finale, corna o semplice oblio dei sentimenti, ma in fondo, per dio, almeno dopo aver fatto tutto il percorso, vacanze al mare e città europee comprese. Invece è già tutto finito prima di iniziare, con il lutto terribile di una morte prematura da smaltire.

Il punto è che non ci sei solo tu qui dentro. In questa teoria mai nata ci sono anch'io, io che non provo nulla di simile da decenni, io che l'amore credevo di averlo solo immaginato o respirato per osmosi o assidua frequentazione di qualcuno innamorato di me. E sono proprio io a doverne smaltire il penoso piccolo fardello in fasce. Solo perché l'ho visto io ch'era già morto.

Ci sono un matematico, un fisico teorico, uno psicoterapeuta... e il cattivo giocatore di poker... vi prego, la barzelletta è finita, ridete...

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