Noi ci svegliamo sempre tardi, troppo.
Succede più spesso di una volta, ci alziamo, ci stiriamo e usciamo nella fioca luce.
Non abbiamo molto da fare, le giornate trascorrono tranquille, parliamo tanto, io, lei e gli altri.
Parliamo di ciò che è stato e di ciò che sarebbe potuto essere, come abbiamo sempre fatto, parliamo sopratutto di ciò che sarà, perché se nel futuro non c'è speranza non resta che morire.
Talvolta, se la giornata ce lo permette, vaghiamo, vediamo le stesse strade, diverse ormai.
Spesso ci limitiamo a metterci a cerchio intorno al tavolo della cucina, un bicchiere di rosso, quello buono e le carte, abbiamo sempre amato giocare a carte.
Lei scrive, lo fa spesso ancora e i suoi racconti sono meravigliosi, le sue amiche creano maglioni ai ferri.
Il gatto di casa è felice della nostra compagnia, passa da uno all'altro di noi, si fa grattare dietro le orecchie e fa le fusa dolcemente, è un bravo gatto, forse un po' sovrappeso.
Giochiamo anche, con il computer più che altro, ne siamo incuriositi ma contemporaneamente ne abbiamo timore, come i vecchi che spesso rinunciano ad avvicinarsi a qualcosa che non conoscono.
Non siamo legati al passato è la speranza che come un filo ci tiene qui.
Abbiamo vite piene e felici, adoriamo i vecchi film, quelli che la televisione passa solo dopo il crepuscolo, quelli “buoni” che ai nostri tempi non erano così speciali, erano gli unici, poco da scegliere, ora vi riempite le menti di spazzatura e ci domandiamo perché.
Non possiamo capirvi, voi che correte come matti avanti e indietro con macchine di colori sgargianti, che sacrificate ogni briciolo del vostro tempo a qualche euro da spendere in cose inutili.
Come possiamo capirvi? Avete tutto ma di questo tutto, quello che vi serve è quasi niente, comprate per noia per distrazione, comprate cose come se l'oggetto vi regalasse il tempo per usarlo, comprate sogni perché non ne avete più.
Vi guardiamo vagare come proiettili impazziti, da una lobotomia all'altra per non pensare mai...
Mia moglie sospira:
“ Non brontolare sempre Carlo!” mi dice sorridendo
“ Lo sai che i vecchi non possono capire i giovani, è sempre stato così, non ci riescono i vecchi figurati noi”
E ride di gusto, come una volta.
Lei è indulgente, ma io sono felice di non aver contribuito a ciò che siete, perdonatemi, siamo morti nel 1944 poco prima della fine della guerra, una bomba ha risolto i nostri problemi presenti e futuri ed eccoci qui, dopo il crepuscolo voi dormite di un sonno pesante da stanchezza accumulata e barbiturici per spegnere i sogni e noi viviamo.
Siamo felici, non abbiamo nulla di irrisolto, restiamo perché ci piace restare, ognuno ha il suo inferno personale dicono, ma anche il suo paradiso, questo è il nostro.
Le carte da gioco, il vino rosso, il pane giallo a fette, la luna, il gatto che riesce a vederci, gli amici invitati a cena quella sera e mai più andati via, l'amore, il futuro....
Voi avete ogni cosa, avete oggetti di cui non siete nemmeno certi dell'utilizzo, avete esistenze piene di niente, noi non abbiamo nulla, nemmeno la vita, ma siamo felici perché abbiamo qualcosa che non si vende, abbiamo la speranza.
I veri fantasmi siete voi.