Caro Marco, sono passati molti anni da quando ci disputavamo i favori di Lucia, la biondina che stava davanti a noi nel banco in prima fila, ma ricordo ancora con affetto le nostre interminabili discussioni sull’esistenza di dio, o su quale fosse il miglior disco dei Led Zeppelin. Tanti anni.

Ho saputo che dopo la laurea hai scelto di restare accanto ai tuoi, nella vecchia bottega di stoffe e carte da tappezzeria. Io, invece, trovavo troppo stretto il viale della chiesa e troppo chiacchierone le matrone che vi passeggiavano, la sera.

Dopo la partenza dal paese provai a fare un po’ di tutto: dal manovale al restauratore, dall’imbianchino al guardiano notturno. Duravano ogni volta due o tre mesi. Non di più.

Infine, un annuncio sul quotidiano locale mi fece finalmente trovare la professione che mi è davvero congeniale e che oggi mi ha spinto a cercarti, dopo oltre un ventennio di assenza.

Faccio il truccatore e nel mio ramo ho un certo successo, anzi, per dirla senza falsa modestia sono “il truccatore”. Il truccatore di morti. Sono io che ridò un effimera sembianza di vita a volti ingrigiti dalla malattia o storpiati dall’impatto contro un guardrail. Non posso essere altrettanto bravo con i vivi, perché quelli non stanno immobili, e si ribellerebbero se cercassi di manipolarli a modo mio.

Sapessi. A volte mi portano facce talmente deformi che superano in spavento anche il mostro più inquietante di un film dell’orrore. Ma io, con amore e pazienza, riesco puntualmente a rifarle umane. Quest’abilità mi ha portato ad avere clienti di prestigio, gente ricca e sofistica che spende per il make-up del caro estinto più di quanto guadagni un operaio in un intero mese di lavoro. Ti chiederai, immagino, se la mia professione mi abbia reso cinico e disincantato, dato che ho a che fare con corpi divenuti carne in putrefazione. I primi tempi è accaduto. Più lavoravo sui cadaveri, più mi convincevo che l’anima non esiste e che le speranze di una vita ultraterrena sono solo nella mente dei sopravvissuti. Poi, con l’esperienza, ho osservato importanti differenze tra un morto e l’altro. A volte, un sentore di coscienza che sembra persistere malgrado tutto. Oltre alla paura, ho maturato così un dubbio che mi tiene sul confine tra la ragione e il mistero.

Ma non è per questo che ti scrivo. Devi sapere che non ho mai avuto una donna. Mai ho conosciuto la gioia di accarezzare un corpo vivo. Mai il sapore di una bocca morbida. Mai il calore di un sesso palpitante.

All’inizio ci ho provato, ho insistito. Andavo in un bar ben frequentato e mi mettevo ad osservare la gente. Se c’erano donne, qualcuna si avvicinava. Sono ancora un bel ragazzo. Mi chiedeva, che so, una sigaretta, per poi passare alla solite domande che si fanno due esseri umani mentre si corteggiano. Avrai già intuito il mio dramma. “Che lavoro fai?”, subito dopo erano già fuggite.

Ho dovuto imparare a soddisfarmi con lo squallore dei film vietati e molta fantasia. Per ogni abilità c’è un prezzo da pagare e il mio si chiama solitudine. Eppure non ho mai rivolto le mie attenzioni alle donne che trucco per lavoro; malgrado ve ne siano di giovanissime, avvenenti, persino sexy. Ho ancora ben chiara la differenza tra il calore di un corpo vivo e la fredda rigidità del rigor mortis. Avevo le mie fantasie, come ho appena detto, e in queste mi ero costruito una creatura perfetta. Una donna dal fascino sottile e dagli occhi vibranti, verdi, ampi come un paesaggio di pianura (la nostra pianura dolce e sterminata). Pian piano, arrivai a disegnarla, per non dimenticare una felicità astratta che mi compensava della frustrazione di essere sempre solo con i miei soggetti. Allego una fotocopia del suo viso, affinché anche tu possa apprezzarne la bellezza.

Intendimi, non pensavo di poter incontrare questa femmina suprema. Sognatore si, ma non folle allucinato. Invece si è mostrata, e questo è il calice amaro che sto ancora bevendo. Si è rivelata ancor più fine e bella di quanto la immaginassi.

Si è mostrata e nel contempo ho saputo che mai avrei potuto condividere con lei una serata magica, un bacio, un amplesso. Ah, è terribile conoscere l’amore nell’istante stesso nel quale ti viene negato senza appello. Cosa ti viene in mente, un fidanzato che lei ricambia senza cedimenti? Un padre che certo non darebbe la propria figlia ad un becchino? Una donna che mi ha fatto sentire meschino e inadeguato al primo sguardo?

No. No. Me l’hanno portata oggi perché si è tagliata le vene per amore, ironia del destino, e ho appena finito di truccarla. Se la vedessi… è il mio capolavoro. E tra poco sarà sepolta a due metri di profondità. Non ho mai violato un cadavere, nemmeno con la fantasia, ma ti ho scritto questa lunga lettera perché spero che, nel frattempo, arrivi il carro a portarsela via.

Tutti i racconti

3
6
13

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
1
12

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
15

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
31

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
197

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su