Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
Non era per niente stato facile decidere di seguire la tenue luce che arrivava da una piccola crepa sull'asfalto, ma una volta messa la prima fogliolina il richiamo del sole era stato irresistibile. Ero anche diventata una piccola celebrità, soprattutto sui social network. Facebook ed Istagram erano pieni di mie foto, con titoli altisonanti come “il miracolo della natura”, “the power of nature” e cose così, soprattutto dopo la mia fioritura. Eh si, la grossa margherita gialla che avevo prodotto era l'attrazione di Porta Genova, li sul marciapiede, in cima ad una delle scale per scendere in metropolitana. Per una gerbera non è certo una vita facile, ma a me piaceva osservare l'umanità intorno a me. Poi un giorno sono arrivati loro. Lei era piccola, con le treccine castane e grandi occhi verdi, lui, suo padre, la portava orgoglioso per mano, ma vedevo un velo di tristezza e preoccupazione nei suoi occhi. “Papà! Papà, guarda! C'è un fiore giallo sul marciapiede!” “E' vero Zoe: è una gerbera! Chissà come sarà finita qui...Un piccolo guerriero solitario!” “Mi piace un sacco papà, posso raccoglierla e portarla alla mamma?” “Non so, mi sembra un peccato...pero'...va bene piccola, solo stai attenta a staccare solo il fiore e a non strappare le radici, così potrà crescere di nuovo. Sarebbe un peccato perdere questa macchia di colore. Su dai, sbrighiamoci che mamma ci aspetta.” Così una parte di me, la più appariscente ma non la più importante, è stata strappata da quel piccolo bipede dai grandi occhi. Siamo quindi scesi in metropolitana, un posto davvero invivibile per un vegetale, per poi risalire e prendere un autobus che ha attraversato quasi tutta Milano. Zoe, che aveva fatto ormai innumerevoli volte quel tragitto, si guardava comunque intorno affascinata dai cambiamenti della città passando dai palazzoni storici del centro a quelli più moderni della periferia. Mi stringeva nella sua manina tiepida ed era piacevole seguire il suo sguardo per esplorare i paesaggi sconosciuti che mi si srotolavano davanti, illuminati da un sole ancora un po' pallido. Infine siamo arrivati alla nostra meta, un grosso edificio da cui andavano e venivano parecchie persone, che ho presto capito essere un ospedale. Siamo saliti al terzo piano prendendo un ascensore, altro posto poco simpatico per un vegetale, e poi ci siamo recati in una piccola camera con una giovane donna dall'aria stanca in un letto, il volto subito illuminato da un sorriso al vedere la figlia avvicinarsi. Con lei c'era però un medico, e Zoe quindi non aveva il coraggio di correre da lei come avrebbe voluto, lo sentivo da come stringeva il mio stelo. Il medico intanto si era avvicinato al papà di Zoe e parlava con lui a voce bassa e con uno sguardo sereno ed empatico, dandogli anche una piccola pacca sulla spalla e facendogli un gran bel sorriso. A quel punto tutti si erano accorti dell'indecisione di Zoe. “Ehi piccola, perché non vai ad abbracciare tua madre? Vedo che le hai portato un regalo. Sai, tua mamma è una grande guerriera, e domani tornerà a casa con voi.” A quel punto Zoe è partita come una saetta, al punto che mi sono spaventata a morte, temendo di cadere. “Mamma, il dottore ha detto che domani tornerai a casa. Ha detto anche che sei una guerriera. Papà ha detto che anche questo fiore è un guerriero. Ma io preferisco continuare a vederlo come un fiore. Vi assomigliate sai...si, siete due fiori, due fiori d'asfalto!” E' così che sono arrivata qui, in questo vaso. Dopo una giornata nella camera d'ospedale, con lo stelo immerso in un bicchiere d'acqua, sono tornata a casa con la mia nuova famiglia che mi ha piantato in un vaso con parecchio terriccio di ottima qualità. Adesso vivo su un piccolo balcone, da dove posso osservare un sacco di cose interessanti, ma rimango sempre orgogliosa del soprannome che mi ha dato Zoe quel giorno: fiore d'asfalto!
Piccola stella, 16 April 2024
CUORE DI DONNA
Tempo di lettura: 30 secondi
Nell'officina del cuore ho percorso sentieri incerti e tortuosi, scalato picchi annevati di sangue, disceso valli assetate di tempeste d'amore. Ho visto grande bellezza in un lago di lacrime, [...]
La spettatrice, 18 April 2024
Guscio
Tempo di lettura: 30 secondi
Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino [...]
Lawrence Dryvalley, 15 April 2024
Fiaba
Tempo di lettura: 1 minuto
Secoli fa, nei recessi della Foresta Nera, fu evocato un aiuto demoniaco per osteggiare un’orda di famelici troll. Dämon li sterminò tutti, mettendo fine di fatto alla loro specie. Sopravvivono nel [...]
Rubrus, 11 April 2024
Il soverchio
Tempo di lettura: 30 secondi
Creava violini. Non li fabbricava perché – diceva – la forma era già dentro gli alberi e bastava tirarla fuori dal legno. Smussando, limando, lisciando, piallando. Togliendo il soverchio, come altri [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Rubrus:AoL: ma tutti conosciamo qualcuno che conosceva qualcuno che li aveva acquistati. [...]
An Old Luca:Rubrus hai ragone. Un cugino o l'amico di un amico...😁
Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]
Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Lo Scrittore:Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]
Patapump:le aspettative erano davvero molte preso spunto da lettera ad un bambino, [...]
Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
stapelia:Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]
Patapump:a me piace l inserimento dei girasoli che conoscendo un po Scili ha voluto [...]
Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Antonellina:Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]
stapelia:Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]
Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
stapelia:C'è una seconda parte? La aspetto, allora.
Patapump:può essere utile Gennarino che segni cosi parte 1di3 1di2 in [...]
“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Adribel:Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]
stapelia:Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]
Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
NomadLantern:Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]
Rubrus:Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.
UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
Zio Rubone:Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]
Antonellina:Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]
Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
stapelia:Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]
Patapump:caro Lorenzo qui hai toccato le corde giuste hai saputo raccontare [...]
«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
L’esilioDiRumba:Una bomba è esplosa nel racconto e una specie di bomba è il racconto [...]
Giuseppe Scilipoti:x Rubrus: vedo che sul tema "nazismo" sei molto ferrato. Non conoscevo [...]