Don Saverio era un tipo abitudinario; raggiunti in piena salute i 70 anni dopo una vita di duro lavoro (era stato il falegname del paese) adesso che della bottega si occupava principalmente suo figlio si godeva la pensione.

Gli piaceva stare all’ombra della grande quercia che domina la piazza centrale del paese a meditare in silenzio, oppure a scambiare opinioni con i suoi compaesani sui fatti locali e del mondo.

Raramente all’inizio della discussione la sua opinione coincideva con quella di qualcun altro. Di solito, però, le accese discussioni tra paesani finivano con la vittoria netta di don Saverio, a volte per ammissione di sconfitta o più spesso per abbandono da parte degli altri.

Non c’erano mezze misure; chi non era d’accordo con lui alla fine si ritirava dalla discussione: un po’ come succede adesso su Facebook! 

-Se n'è andato! Non accetta la sconfitta. 

Diceva soddisfatto il simpatico vegliardo. Certo, con il senno di ora devo dire che simpatico è una parola che non sempre gli si adattava, ma per me che da bambino lo vedevo all’opera lo era sempre eccome! Un giorno d’estate, nel primo pomeriggio, era seduto sulla panchina sotto la quercia con il cappello calato sugli occhi, apparentemente assopito; io, che lo conoscevo bene, sapevo che in realtà era vigile come sempre e da sotto il cappello sbirciava in giro con curiosità.

Si aggirava da qualche minuto per la piazza una giovane, chiaramente forestiera (in paese ci conoscevamo tutti) in tenuta turistica con un cappellino di paglia in testa; dopo essersi guardata intorno, assodato che l’unico essere vivente in giro a quell’ora era proprio don Saverio, oltre a noi bambini e qualche uccello sugli alberi, si diresse verso di lui e gli giunse alle spalle quasi a sorpresa.

-Scusate…

Il vegliardo sobbalzò sinceramente sorpreso dall’inattesa ospite, alzò il cappello sulla fronte e disse senza sorridere:

-Signorina, così mi fate prendere un colpo!

-Scusate di nuovo, non mi sono resa conto che dormivate, vi vedevo di spalle, sono mortificata!

-Io  non dormivo! Stavo pensando. … Comunque non è successo niente. 

Disse don Saverio, già pentito dello scatto.

-In cosa vi posso essere utile?

-Ho appuntamento con il mio gruppo presso la chiesa di San Rocco, loro sono già sul posto. Ma non so dov’è né come arrivarci; mi potete indicare la strada?

-Signorina, la chiesa di San Rocco è a Suso, nella parte alta del paese; dovete prendere quella strada fino a lassù; la chiesa è proprio in fondo!

E indicò un viottolo che iniziava proprio davanti a loro e dopo pochi metri scompariva tra le case.

-Ah, bene; ma probabilmente arriverò in ritardo, c’è la possibilità di prendere un mezzo pubblico?

…Mezzo pubblico… la giovane era a Ruvulu chiaramente per la prima volta.

-Signorina, la strada per Suso è un viottolo, due cristiani affiancati stanno stretti e l'ultimo pezzo è una scalinata.

-Quindi si deve salire a piedi?

-Sissignora!

Rispose don Saverio, che si stava di nuovo infastidendo (caratteraccio!); si calò nuovamente il cappello sugli occhi, chiaro segno che per lui la conversazione era finita. Ma la signorina non capì e gli fece un’ultima domanda:

- E quanto ci metto ad arrivare lassù?

-Non lo so!!!

Afferrato il messaggio, la ragazza salutò e si avviò per la strada indicata.

-Vi chiedo scusa di nuovo, arrivederci! 

Naturalmente don Saverio continuò a sbirciare sotto il cappello; vedendola allontanarsi, dopo qualche secondo si alzò in piedi e gridò:

-Signorina, venite qua!

La giovane si voltò e lo guardò perplessa; vedendo che continuava a farle segno di tornare indietro, si armò di pazienza e tornò presso la quercia (con quel caldo, camminare a vuoto non era per niente gradevole, soprattutto in vista di una scalata come quella che l'aspettava).

-Ci mettete un quarto d'ora, ad arrivare fino alla chiesa!

Disse don Saverio, che era pentito del suo ennesimo scatto di nervi ma che non lo avrebbe mai ammesso.

-Facciamo una cosa: vi offro una bibita fresca, vi sedete con me cinque minuti, ve la bevete e poi salite a Suso!

-Con piacere, se ci vuole solo un quarto d’ora ho tutto il tempo, l’appuntamento è tra mezz’ora

E così don Saverio e la signorina Laura (così si chiamava) si ritrovarono seduti insieme a sorseggiare un latte di mandorla “specìale” (come usava dire don Saverio degli alimenti e delle bevande che gradiva). La signorina gli spiegò che faceva parte di una comitiva di studenti universitari venuta da Reggio in paese per visitare alcuni siti tra cui la chiesa di San Rocco, costruita nel sedicesimo secolo e miracolosamente scampata ai disastrosi terremoti del 1783 e del 1908. Si era fermata presso alcuni parenti nel paese vicino e così si era trovata a dover raggiungere i compagni successivamente. La discussione filò cordiale e gradevole per ben più di cinque minuti, al punto che Laura fu quasi dispiaciuta di dovere andare via. Don Saverio era felice di avere acquistato la simpatia della giovane; prima di andare via, però, Laura gli fece la domanda che lui non avrebbe voluto sentire.

-Ma mi spiegate perché prima mi avete detto che non sapevate quanto ci avrei messo ad arrivare alla chiesa e dopo mi avete detto che ci avrei messo un quarto d’ora?

Don Saverio ci mise un attimo ad elaborare la risposta; non avrebbe mai ammesso di avere avuto uno scatto di nervi e di essersi poi pentito.

-Signorina, ma se prima non vi vedevo camminare, come facevo a sapere quanto tempo ci avreste messo?

Tutti i racconti

0
0
3

Haiku

20 April 2024

tra i primi freddi quei rossi gigli ragno - tributo al cielo Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
4

Che poi mia moglie vuole anche lei

Vita fantozziana - contiene riferimenti al sito Letture da Metropolitana su cui scriviamo

20 April 2024

Tizia è una casalinga. Madre di tre figli piccoli. Sposata con un operaio. Quando ha del tempo libero dalle sue mansioni e dal doversi curare dei figli, si diletta nella sua passione preferita: la lettura. Un giorno, navigando su internet, scopre il sito “Letture da Metropolitana”. Essendo una [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
1
5

Un calcio e via

Potere alla fantasia

20 April 2024

Un calcio al pallone poi di testa la prendo Provo un tacchetto faccio una finta chiedo un passaggio tutto sommato non sono malaccio stanno al gioco i ragazzini e con la fantasia godo e mi inebrio ah! Se i potenti avessero questi poteri nella memoria nascosti. N'carcio ar pallone poi la [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Messaggio per tutti coloro che entreranno nei commenti....oltre Piccola Stella [...]

0
0
3

lacci

20 April 2024

lacci sciolti danzano al soffio della vita, nell'inceder dell'essenza sullo srotolante sentiero ignoto..

Tempo di lettura: 30 secondi

5
10
20

CERCANDO

Ispirazione

19 April 2024

Furtiva tengo a bada un'anima persa su nuvole di passaggio. Abissi profondi sondati da occhi curiosi. Parole appaiono esigenti, spunti di bellezza.

Tempo di lettura: 30 secondi

2
7
22

Volevo solo fare due passi

Un racconto tergiversato

19 April 2024

Mi viene voglia di fare due passi all’aperto. Quando, arrivato al parco di un paesino confinante al mio, incontro un amico con un pallone da calcio. Due tennisti di passaggio ci interpellano su un possibile due contro due al tavolo da ping-pong. - Non questa volta - rispondiamo - al massimo giochiamo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
8
22

Psyco

19 April 2024

Psyco [Mamma] Ho finito di rassettare in cucina e sono stanca. Mia figlia ha detto che c’è un bel film in TV. Mannaggia che mal di schiena! Sono proprio invecchiata. Ma ora mi seggo sulla mia poltrona preferita. Davanti a me, sul tavolo basso, c’è il televisore, proprio sotto la finestra. Di [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Grazie Zio Rubone! Inutile dire che il testo, a me. arriva, Ci ho trovato altro [...]

  • Patapump: piaciuto Ezio
    molto toccante il finale del voler proteggere
    💯

5
7
26

Guscio

18 April 2024

Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino di un castello. Il castello ha alte mura e torri e un fossato e un ponte levatoio chiuso, ormai [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

1
2
11

Haiku

18 April 2024

acheni al vento sfioriti verso il viaggio - flusso di vita Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
8
14

L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene

La società annienta l'uomo.

18 April 2024

Alterne, dure e drammatiche vicende, avevano portato il nostro protagonista Vincenzo Capperi ad adottare una definitiva e drastica soluzione. Da tempo si sentiva prigioniero nell'ambiente familiare. Prigioniero del suo lavoro, schiavo dei suoi clienti, dei suoi fornitori. Di obblighi da rispettare. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Gennarino: Stapelia, sinceramente grazie per la tua stima e fiducia.

  • L’esilioDiRumba: Io non ho ancora la quantità di esperienza di vita di stapelia, ma condivido [...]

5
7
24

La paura non è niente

17 April 2024

La paura non è niente La paura non è niente Dammi la tua mano Un altro inverno passerà sai Ed arriverà il profumo dei fiori Stringi le tue braccia intorno a te Ma devi stare tranquilla La paura non è niente Veste solo male Forse non ha neanche un buon odore Attraversa con me il fiume Ha lente [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
3
14

Rugiada motivazionale

Poesia concettuale ispirata da “T con 0” di Italo Calvino e “Un infinito numero” di Sebastiano Vassalli

17 April 2024

Un elevatissimo numero di volte la nostra realtà si ripete. Se potessimo vedere ognuna di esse con occhi umani non le distingueremmo. Ogni risultato individuale originale, trovata esclusiva del proprio gusto e ingegno, è ripetuto identico ogni volta da perfetti sconosciuti, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Patapump: hai dato molte possibilità e riflessioni
    opto nel cercare di non [...]

  • stapelia: Appare più una riflessione filosofica piuttosto che una poesia,Molto [...]

Torna su