Parlava con tono allegro ed appariva del tutto a suo agio in quel luogo surreale, come se fosse inconsapevole del rischio che correvano entrambi.
- Io… - attaccò l’uomo, prendendo coraggio – Io parlo troppo. Voglio dire… a volte ci sono dei pensieri, delle considerazioni, che non vorrei manifestare all’esterno.
- Capisco. E le succede spesso?
- Continuamente. In ufficio, al parco, con i miei figli… persino quando parlo nel sonno, al mio risveglio, mi accorgo che desidererei non aver riferito ogni particolare di ciò che mi è passato per la mente.
- Potrebbe trarre giovamento da un trattamento neuroinibitore, lo sa? A differenza di quello che c’è qui, è una procedura del tutto legale.
- No.
- Non ci aveva mai pensato?
- Voglio dire: no, non mi interessa. Voglio tenere i miei pensieri, ma senza essere costretto a rivelarli agli altri. Uno spazio privato, dove trattenere una parte di quello che ho in mente: approfondirlo, elaborarlo, magari scartarlo, invece che condividerlo immediatamente.
- Quello che cerca è una grave violazione del Codice di Socializzazione, se ne rende conto? – Assumendo un tono ampolloso, recitò a memoria un brano: - “L’uomo socialmente cooperativo condivide con la collettività ogni pensiero, impressione ed esperienza significativa, interagendo con gli altri individui attraverso commenti, condivisioni e segnalazioni di gradimento”. Il pensiero è pubblico, amico mio. Non ci sono spazi personali.
Mentre ascoltava, il volto dell’uomo si era fatto cupo: - Perché ci fanno questo? – domandò, con il tono affranto di un bambino smarrito. – Conoscono già ogni dettaglio delle nostre vite, controllano i canali sociali, l’entertainment, l’economia, la ricerca scientifica: perché hanno bisogno anche dei nostri pensieri?
Il vecchio si strinse nelle spalle: - Non c’è limite al controllo assoluto, per chi lo esercita. È sempre stato così: non si è mai abbastanza sicuri.
- Mi aiuti, la prego.
Lui gli rivolse un sorriso triste e stanco. Si alzò con fatica: all’uomo sembrò che quel bizzarro spacciatore fosse molto, molto più vecchio di quanto aveva pensato fino a quel momento. Con la sua buffa andatura ondeggiante, raggiunse un piccolo scrittoio, poggiato in una nicchia di roccia. Armeggiò con uno dei cassetti e ne trasse un piccolo sacchetto di cuoio scuro, con l’imboccatura trattenuta da un nastro dorato. Lo soppesò per qualche istante, poi allentò il cordino e fece scivolare il contenuto sul palmo della mano aperta. Davanti agli occhi esterrefatti del cliente, una miriade di archetti regolari luccicava alla luce incerta del sotterraneo: li osservò per alcuni istanti, poi fece di nuovo scivolare i piccoli oggetti dentro al sacchetto, lo richiuse e lo pose all’uomo in attesa.
- Queste… queste sono… - balbettò l’altro, mettendosi in tasca il sacchetto con un gesto meccanico.
- Sì, esatto: sono parentesi. Ce ne sono diverse migliaia, ma dovrà usarle con parsimonia, perché non potrà tornare mai più a rifornirsi da me.
- Come sarebbe?
- Sono le mie regole. Appena lei sarà uscito di qui, questo posto cesserà di esistere, ed io mi trasferirò altrove, per ricominciare da capo.
- Non capisco: se non si fida, allora perché…
- Faccio così ogni volta. La fiducia non c’entra.
L’uomo non rispose. Incapace di trattenersi, estrasse la piccola borsa e ne allentò il legaccio. Un delicato intreccio di minuscoli archetti luminosi gli si rovesciò lungo il palmo della mano: serrò le dita, temendo di farle cadere. Il vecchio gli si avvicinò sorridendo - Ci vuole un po’ di pratica, all’inizio, ma non si preoccupi: sono molto resistenti. – Con gesti cortesi, iniziò a spingerlo lungo il passaggio, verso il locale principale, e poi oltre l’uscita.
- Si ricordi soltanto di usarle in coppia – aggiunse, mentre sollevava la saracinesca; all’esterno, il crepuscolo era ormai inoltrato.
- Sì. Certo. Me ne ricorderò.
- Bene. Le auguro…
- Un momento! Che sciocco, mi perdoni… non le ho chiesto del pagamento.
- Oh. Nessun problema, davvero. Questo articolo è gratis.
- Come sarebbe? Lei corre dei rischi, questi oggetti…
- Non si preoccupi: ho il mio ritorno. Conosco bene questo mestiere.
- Come vuole. Allora…
- Addio, amico.
- Addio.
Si incamminò di buon passo, dando le spalle alla bottega e al suo ingresso dimesso. Dopo qualche istante gli giunse il rumore della saracinesca che si abbassava. Prima di svoltare, in fondo alla strada, si girò a guardarsi indietro: il profilo tozzo dei palazzi del centro nascondeva alla vista ogni particolare. Le insegne e le vetrine si susseguivano ininterrotte, senza che nulla potesse rivelare il posto dove era stato. Guardando quell’angolo di città, in quel momento, avrebbe potuto pensare di aver sognato ogni cosa. Si avviò, infilandosi la mano nella tasca, per stringere il sacchetto con le parentesi: avrebbe dovuto trovare il modo di nasconderlo.
La strada era illuminata dalla luce fioca dei lampioni. Coppiette e gruppi di adolescenti passeggiavano lungo il canale, impegnati in allegre conversazioni virtuali; dietro gli occhiali virtualizzatori, i volti dei passanti erano illuminati dal riverbero degli schermi sociali.Si avviò verso casa, consultando il percorso sul piccolo monitor di navigazione delle lenti a contatto: era ancora ad una decina di isolati quando sua moglie chiamò.
Come sei finito laggiù, così lontano da casa? Echeggiò la voce di lei, irrompendo senza preavviso nella sua mente.
Sono quasi arrivato: prepara pure la tavola.
E cosa fai in giro a quest’ora? Con chi sei stato?
Ho fatto soltanto un giro in centro, uscendo dal lavoro: non ho incontrato nessuno. (E, in fondo, non sono del tutto sicuro che si tratti di una bugia).




Tutti i racconti

0
0
0

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
0

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
0

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

28
31
149

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
9

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
6

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
29

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
196

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su