Ieri mi sono comprata un vestito lungo, di cotone, stampa camouflage, un paio di scarpe di tela beige con paillettes dorate e ho tirato fuori dal fondo dell’armadio uno zainetto militare che avevo acquistato anni fa al mercato di Forte dei Marmi. Mi sono provata il tutto e ho fatto pace con lo specchio. Mi piacevo, quasi, mancava solo “la testa”. Ho immediatamente telefonato al parrucchiere, quello famoso, in centro, dal quale non sono mai andata.
Ultimamente, per la verità, non andavo più da nessun parrucchiere, mi rapavo da sola, viste le conseguenze della chemio.
Poi ho telefonato a due amiche - le uniche due che mi sono rimaste: le altre sono sparite alla chetichella durante questi interminabili anni della malattia - e ho concordato con loro un appuntamento per questa mattina in un bel bar del centro.
Oggi mi sono alzata presto e sono andata dal parrucchiere, Dario, quello famoso, quello in centro, quello da cui non sono mai andata, e mi sono fatta coccolare all’inverosimile: shampoo, massaggio al cuoio capelluto, ristrutturante (per i capelli, non per l’anima), taglio, manicure e trucco!
Ecco, finito, adesso pago il conto: che botta! Sento una lancia che si conficca in mezzo al mio petto e al mio Bancomat, ma poi mi guardo allo specchio, mi perdono e me la estraggo subito.° Bene - mi dico rimirandomi ancora una volta - trucco e parrucco perfetti, scarpe e vestito d’effetto … ho persino gli slip in tinta, anche se lo so solo io. Ci sono! Adesso tirati su le spalle - e vai alta (si fa per dire) e fiera per il mondo!°
Mi avvio con incedere finto spigliato ed finto elegante vero il bar del centro, dove le mie amiche mi stanno aspettando. E’ una giornata frizzante, in tutti i sensi! Tempo e umore.
Oggi sono felice di essere al mondo, canticchio mentre cammino svelta per raggiungere le ragazze (è un eufemismo, le “ragazze”hanno qualche anno più di me ma li portano benissimo!) e scopro che ho anche il coraggio di guardarmi di sbieco nelle vetrine! Da anni non mi sbirciavo più nelle vetrine! Come sono felice! Non ho altri aggettivi per descrivere lo stato di eccitazione e di benessere in cui mi trovo in questo momento!
Giro l’angolo e arrivo nella piazza dell’appuntamento. E’ un bel colpo d’occhio: lago azzurro davanti, montagne severe a corolla, monumenti storici alle spalle, piazza disseminata di tavolini eleganti sovrastati dai teloni bianchi. Mi fermo un attimo in uno stato d’estasi sperando che non si tramuti in malinconia. - No, no, oggi no! - mi sgrido da sola.
Le mie due amiche mi scorgono da lontano e mi chiamano. Mentre sto agitando la mano graziosamente e regalmente come farebbe la regina Elisabetta, mi sento circondare le spalle da dietro. Mi giro molto sorpresa e diffidente e mi ritrovo tra le braccia affettuose di un vecchio caro amico.
- Ma ciao, carissima! - (carissima, bellissima, tesoro, gioia, ecc. sono appellativi che non mi sono mai piaciuti, mi hanno fatto sempre supporre che l’altro, quello che ti appella, non si ricordi più il tuo nome) - Ma come ti trovo bene! – prosegue lui - Sei sempre più bella! Fatti un po’ vedere... -
E via con tutti i complimenti del repertorio sull’abbigliamento, sui capelli cortissimi e “biondi”… sulla mise originale.
° però, sembra sincero.. ° mi ripeto sorpresa e imbarazzata.
- Raccontami, cosa hai fatto in tutti questi anni? E poi svelami: che dieta hai seguito per dimagrire così tanto e così armoniosamente? Hai una silhouette!! Sei veramente una meraviglia, sei persino ringiovanita! Ma non avevamo la stessa età? - prosegue lui con tutti i trallallero e trallallà del caso. Poi mi prende le mani, mi allontana, mi avvicina, mi fa girare, mi guarda davanti e dietro.
° Merito del vestito che camoufla bene le mie infelici forme o merito delle ragazze di Dario che mi hanno restaurata bene?? ° penso io. Mah, di chiunque sia il merito scopro che mi piace ancora sentirmi donna ed essere ammirata! E’ da un sacco di tempo che non ricevo complimenti ed attenzioni, soprattutto da un uomo e da un bell’uomo!
Quindi resto qui, in mezzo alla piazza, impalata e sorridente, un po’ compiaciuta e un po’ inebetita a fare “ ’A splendida”, mentre lui continua a fare “Er piacione”. Non dico una parola, ma mi “bevo” tutto con un piede nell’estasi e uno nella mia solita autoironia.
Ecco che la mia amica (quella che ha dieci chili, dieci centimetri e dieci anni più di me - ma non li dimostra), zig zagando tra i tavolini del bar ci raggiunge:
- Allora bellezza, hai finito di chiacchierare? Datti una mossa! Ti stiamo aspettando! - mi apostrofa divertita e sorniona, schiacciandomi l’occhiolino e ritornando velocemente verso l’altra amica che ride a crepapelle nascondendosi dietro il porta menu bordeaux degli aperitivi.
Il mio vecchio bell’amico non molla: mi riprende le mani, mi guarda dritto negli occhi e mi dice con aria complice:
- Ma quando ci vediamo tu ed io da soli? Dobbiamo incontrarci presto! Questa volta non accetto scuse, non ti voglio più perdere di vista! Dai, dimmi di sì! Ci beviamo “una cosa” al bar, facciamo un giro al lago e chiacchieriamo un po’! -
- Ma sì - gli rispondo io con un filo di voce garrulo e innocente – si può fare.. -
- Ok, allora guarda, ti lascio il mio numero di cellulare, chiamami presto che combiniamo. Adesso vai, che tua figlia ti sta aspettando al Bar. Ciao carissima! -
° Mia figlia!!?? °