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I miei nonni materni cominciavano a prepararsi mentalmente dieci giorni prima, dovevano preparare i famosi e buonissimi cappelletti romagnoli. Era tradizione festeggiare le feste del Santo Natale tutti insieme nella loro piccola casa nel borgo di Ostia Antica, loro, la mia famiglia e quella di mia zia, nove persone in tutto. Ogni anno lo stesso rituale, mio nonno che stilava la lista degli ingredienti da comprare sotto dettatura di mia nonna, la quale più di una volta lo pregava di rileggergliela per la paura di qualche dimenticanza, poi, al momento opportuno, spolverati la vecchia tavola di legno ed il mattarello, regalo di un matrimonio ormai lontano nel tempo, iniziava la catena di montaggio. Rivedo ancora mia nonna che con i suoi gesti ritmati e con la sola forza delle sue braccia preparava la sfoglia, tirandola poi molto finemente con il suo mattarello, mio nonno che nel piccolo saloncino preparava il tavolo per accogliere il prodotto finito e disporlo in file ordinate in modo da essere quantificato facilmente al termine delle “nostre” fatiche. Eh sì, perché oltre ai miei nonni partecipavo anche io alla preparazione in quanto tra tutti ero l’unico libero per le vacanze scolastiche. Il mio compito, come bambino poco più che undicenne, consisteva nel chiudere i cappelletti dopo che mia nonna aveva tagliato a quadri la sfoglia ed il nonno l’aveva riempita con l’impasto di formaggi vari. Il tutto nella piccola cucina dove l’aria si era saturata di quell’aromatico odore di noce moscata che a me piaceva tanto. Al termine delle fatiche la quantità di cappelletti preparata si avvicinava spesso al migliaio di unità, era uno spettacolo vederli tutti insieme, disposti dal nonno in file talmente dritte da fare invidia ai soldati in sfilata alle parate militari. Anche noi tutti il giorno di Natale eravamo ordinatamente seduti intorno al tavolo nel piccolo saloncino con il pentolone fumante al centro in attesa del rituale riempimento dei piatti e dei successivi commenti, che poi erano sempre gli stessi ogni anno: “come sono buoni”, “si sente molto la noce moscata”, “che se deve fa pe campà!”. Alla fine del pranzo ci si cimentava nella classica tombolata che andava avanti in piena allegria fino all’ora di cena , tra una fetta di panettone, un pezzo di torrone, noci, mandorle, mandarini e quant’altro. Ne sono passati di anni! Una cinquantina, più o meno, forse qualcosa di più; due terzi di quella tavolata ora stanno festeggiando in un altro luogo, sicuramente migliore del nostro, al restante terzo è rimasta di quel meraviglioso periodo solamente la ricetta dei famosi cappelletti romagnoli; non più la forza delle braccia ma macchine impastatrici; non più cappelletti in file ordinate e precise ma buste lasciate nel freezer; non più tombolate e mercante in fiera ma pc portatili, iphone, ipod. Molti lo chiamano progresso. Ma è progresso??
Piccola stella, 13 March 2024
DOVE ANDARE?
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Ho eletto dimora sul bordo di un pozzo per attingere acqua quando si specchia la luna.
Lawrence Dryvalley, 15 March 2024
La Fine
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«Osserva. La stella più vicina a noi, esplosa tempo fa, ha ormai totalmente incenerito il suo sistema interno!» «Che spaventosa meraviglia il cosmo.» «Già. In pochi anni ne sortiremo gli effetti. [...]
Walter Fest, 09 March 2024
E' successo a via Ettore Rolli
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Tutto è successo all'improvviso, cjavete presente via Ettore Rolli? Io n'machina stavo pè stà strada n'direzzione Porta Portese e all'artezza dè la piazzetta n'dò fanno er mercato, cè stà pure n'rudere [...]
SabrinaMilana, 23 March 2024
INGANNI DEL PASSATO
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Non è te che cerco, è assenza di parole che traboccano possibilità di braccia che cullano sogni acerbi Non è te che desidero, è nostalgia di sguardi che bucano la pelle di carezze che premono [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
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Il CIELO AL TRAMONTO NARR 1: “Il pittore, il pittore è scomparso, non c’è più. Come faremo? Lui non c'è più e noi non sappiamo cosa fare. Il quadro s’ha da finire, è indispensabile! Doveva essere un masterpiece, il suo ultimo masterpiece. Ma lui se n’è andato, non so come, è scomparso, [...]
Attenzione: In questo racconto contiene passi della Sacra Bibbia. Coloro che vogliano evitarli possono leggere qualche altro mio racconto invece di questo. Buona lettura. ————————————————————————————————— Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale) Selafiele [...]
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Piccola stella:@LdR. a dirti la verità io mi sono divertita a leggere il tuo racconto. [...]
L’esilioDiRumba:Apprezzo molto sia i commenti costruttivi che il supporto. Un abbraccio
Autunno Verrà e porterà profumo di caldarroste di mosto che ribolle di funghi e mais da sfogliare e fagioli da mettere a seccare. Verranno le nebbie intrise degli umori della terra e alberi che lasceranno andare le foglie per il loro atteso, unico e solitario viaggio d’addio. Verrà il tempo [...]
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Antonellina:Bellissima poesia! Hai descritto la magia di una stagione che appartiene [...]
Patapump:bravo Lorenzo sai sempre descrivere in maniera egregia 🤗 le immagini? [...]
Nella tua mente non portare chiunque. Rischierebbe di perdersi nei vicoli stretti dei tuoi dinieghi,scivolando nelle curve delle tue incomprensibili contraddizioni. Negli anfratti dei tuoi euforici eccessi. Dei tuoi snervanti silenzi. Lascia entrare solo chi ama passeggiare sotto i temporali. Sotto [...]
Incipit: poco dopo la visita di Belzebù e Brace in Paradiso (vedi “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”- Capitolo III), tutto il Paradiso si indigna. Il motivo è che a parer loro ai giovani diavoli non viene data la possibilità di accedere a un’istruzione completa, come avviene [...]
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stapelia:Capitolo primo? I precedenti fanno parte di questo? Hai creato un mondo. Un [...]
L’esilioDiRumba:Certamente, mi fa piacere interessi. I due racconti sono correlati e sono [...]
F.C. non aveva mai prestato attenzione alla musica leggera. Non sapeva chi fosse Luigi Tenco e non aveva nemmeno seguito il Festival di Sanremo, ma il suicidio del giovane cantautore l'aveva colpita profondamente. Ogni notte, F.C. lo sognava e raccontava al marito, un operaio che la sera rincasava [...]
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stapelia:Carola scrivi sempre in modo egregio. Sei in grado di fornire le storie di [...]
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Gino non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. «Sono stanca di uomini vuoti, G» gli aveva ripetuto più volte prima di chiedergli – chiedergli? Dio mio l'aveva quasi implorato – di salire e quel “G.” lo faceva impazzire, gli dava l'illusione di non essere “Gino” (che razza di nome, [...]
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Rubrus:Intendiamoci, trovo il racconto "carino", altrimenti non l'avrei [...]
L’esilioDiRumba:@Rubrus anche questa tua ultima battuta alla Leo Ortolani (per chi non lo conosccesse [...]
Da bambino qualche volta mi avventuravo nell'officina di mio padre, che per me era una specie di parco giochi, pieno di cose affascinanti e misteriose. Ricordo soprattutto l'odore di “morchia”, un impasto di olio motore esausto e polvere che avvolgeva gran parte dei motori del tempo e necessariamente [...]
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Patapump:a me capitava nella falegnameria paterna.. li odoravo colla e ammiravo [...]
Vaccini per cattivi comportamenti. -Ciao! Ho un altro incidente dovuto a un cattivo comportamento nella mia classe. - Va bene. Per favore, dammi un minuto. Devo preparare le siringhe. Che tipo di comportamento è quello? - Un alunno cammina in classe e disturba gli altri. E il secondo sta urlando. [...]
Signori miei, è inutile girarci attorno: quando sei nato non puoi più nasconderti. Ragione per la quale, sto qui a osservare, da una ventina di giorni dalla data della mia nascita, un misto di volti che mi sorridono e che si esprimono mediante l’uso di vocine eccessivamente acute. E’ probabile [...]
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stapelia:Ben trovata ! Devo essere sincera e lo sarò. Il tuo testo, questo, [...]
stapelia:Sono stata influenzata dall'incipit? "Quando sei nato non puoi più [...]