…I suoi risvegli avevano invece subìto, o forse vi si erano adattati, la costrizione scolastica e i tempi che esigeva; così al suono della sveglia era già a sedere sul letto e un attimo dopo la arrestava con gesto deciso. Da quel momento era pienamente reattivo, padrone dei muscoli e del pensiero. Non conosceva alcuno stato intermedio tra sonno e veglia.

 

Rimaneva incredulo ai racconti di alcuni compagni sulle lotte contro il potente magnetismo di un letto tiepido. Lotte non sempre vittoriose per loro, che, a quanto gli confidavano, restavano a volte impigliati in quelle maglie avvincenti e assonnate, abbandonati e accidiosi nel dormiveglia, piacevolmente complici, con il consenso della madre, nello scaldare il letto anzichè il banco.

Fino ad allora si era sempre addormentato disteso su un fianco, ma un giorno, affaticato fisicamente da una partita, si gettò disfatto sul letto; voleva solo riposare le membra; non dormiva mai nel pomeriggio.

Ma quel tuffo sul letto e quel rimbalzo, quella faccia affondata nel cuscino lo fecero riflettere. Era una posizione piacevole che gli trasmise immediatamente un'impressione di abbandono e rilassamento. Gli piaceva stare lì, a braccia aperte come a stringere qualcuno, sentirsi premuto sul materasso ed esserne al tempo stesso circondato. Era come se vi fosse rimasto impresso, se si fosse alzato l'impronta del suo corpo vi sarebbe rimasta convessa. Quella notte dormí così, gli piacque molto e così anche le notti a seguire.

 

Un altro importante cambiamento avvenne in quel periodo a seguito probabilmente di un nuovo bisogno, un affetto differente da quello materno.

La nuova consuetudine venne infranta in un'occasione particolare. Aveva diciassette anni e si trovò, per la prima volta, ad occupare la metà di un letto; l'altra metà fu posseduta dalla sua compagna. Giocarono a lungo insieme con i loro corpi: lei si finse coreografia di un palcoscenico avvolto come un pacco da una grande lenzuolo leggero, che, pur essendo ben ancorato tra materasso e rete, lasciava ampio spazio ai loro movimenti.

Poi, bramosi di riposo, si distesero su un fianco, uno di fronte all'altra, giocando con i piedi che si intrecciavano. Allungò una mano per assaporare con le dita quella chioma lunghissima, sparsa un pò ovunque. Pensò che era in un letto da un bel pezzo e non dormiva, non gli succedeva spesso. Ma questo pensiero lo portò immediatamente a quell'altro mondo, quello dei sogni. Quando si svegliò, al mattino, i loro piedi erano ancora indissoluti.

 

Di quell'altro mondo non aveva tracce, ma non se ne diede mai pensiero. Gli sarebbe piaciuto sapere dei suoi sogni, di quel mondo inconoscibile.  Tutto quello che gli rimaneva ai suoi bruschi risvegli era qualcosa di interrotto, molte impressioni frammentarie e imprecise, niente immagini. Erano sensazioni tattili, forme colori, odori o gusti indistinti. A volte si alzava agitato, angosciato, trafelato o stanco, ma non ricordava nulla delle sue peregrinazioni notturne. Si consolava pensando che il dazio del ritorno da quel viaggio era la cancellazione di ciò che in quel mondo irrazionale era stato vissuto e voler conoscere quell’ignoto era come desiderare di raccontare la morte. Come per la reincarnazione.

 

Passò qualche anno, all’inizio di una calda estate ebbe, improvvisamente un'esperienza nuova: il dormiveglia. Quando si svegliava, privo di qualsiasi onere od obbligo, anche le funzioni vitali tornavano senza fretta.

Aveva imparato ad approfittare di quel delicato momento per sprangare quella porta che, schiudendosi, introduceva una lama di luce. Si voltava nel letto e per un motivo poco chiaro tornava il buio. Il risveglio era stato temporaneamente respinto. In quel periodo amò molto il sonno, i risvegli pigri e un riassopirsi leggero e poi profondo; impressioni di completo abbandono, di svogliatezza soddisfacente, quasi gratificante. Sì, ci prese gusto, ne fu completamente avvezzo, ma alla fine quasi prigioniero.

E anche da sveglio si alzava ancora assonnato dopo aver superato quella soglia, una volta inconcepibile, delle undici ore. Continuava a sbadigliare l'intera giornata, non era mai del tutto sveglio e anche il pensiero era come assopito, stanco anche lui di produrre frutti inconcludenti. Si addormentava sui libri, insolito per lui, e subito dopo cena ciò che desiderava era il suo soffice amico.

 

Un giorno venne trascinato dai familiari al Planetarium. Si trovò di fronte una volta stellata in movimento. Subito rivisse il bivacco notturno; si rammentò soprattutto dell'intensità emotiva di quel momento e ricordandola confrontò passato e presente, con rimpianto. Individuò, o almeno così credette, ciò che ritenne fosse l'effettiva causa della sua condizione. Per quanto bizzarro e improbabile potesse sembrare il segreto era lì, nascosto nell'angusto misterioso passaggio sonno - veglia. Era come se la vitalità respinta in quel momento delicato si offendesse. Si stancasse a forza di cercare un ingresso in quell'animo buio. Tutto era in quel magico momento in cui la vitalità incalzava sulla porta: bisognava rispondere con entusiasmo a quel richiamo, invitarla ad irrompere con la sua luce accecante. Era come se in quell’attimo, fossero Vita e Morte in carne ed ossa, a darsi battaglia.

 

Sciolto il nodo che aveva frenato la sua esistenza , ritrovò l'interesse e il gusto per la vita.

Tutti i racconti

0
0
3

Haiku

20 April 2024

tra i primi freddi quei rossi gigli ragno - tributo al cielo Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
4

Che poi mia moglie vuole anche lei

Vita fantozziana - contiene riferimenti al sito Letture da Metropolitana su cui scriviamo

20 April 2024

Tizia è una casalinga. Madre di tre figli piccoli. Sposata con un operaio. Quando ha del tempo libero dalle sue mansioni e dal doversi curare dei figli, si diletta nella sua passione preferita: la lettura. Un giorno, navigando su internet, scopre il sito “Letture da Metropolitana”. Essendo una [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
1
5

Un calcio e via

Potere alla fantasia

20 April 2024

Un calcio al pallone poi di testa la prendo Provo un tacchetto faccio una finta chiedo un passaggio tutto sommato non sono malaccio stanno al gioco i ragazzini e con la fantasia godo e mi inebrio ah! Se i potenti avessero questi poteri nella memoria nascosti. N'carcio ar pallone poi la [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Messaggio per tutti coloro che entreranno nei commenti....oltre Piccola Stella [...]

0
0
3

lacci

20 April 2024

lacci sciolti danzano al soffio della vita, nell'inceder dell'essenza sullo srotolante sentiero ignoto..

Tempo di lettura: 30 secondi

5
10
20

CERCANDO

Ispirazione

19 April 2024

Furtiva tengo a bada un'anima persa su nuvole di passaggio. Abissi profondi sondati da occhi curiosi. Parole appaiono esigenti, spunti di bellezza.

Tempo di lettura: 30 secondi

2
7
22

Volevo solo fare due passi

Un racconto tergiversato

19 April 2024

Mi viene voglia di fare due passi all’aperto. Quando, arrivato al parco di un paesino confinante al mio, incontro un amico con un pallone da calcio. Due tennisti di passaggio ci interpellano su un possibile due contro due al tavolo da ping-pong. - Non questa volta - rispondiamo - al massimo giochiamo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
8
22

Psyco

19 April 2024

Psyco [Mamma] Ho finito di rassettare in cucina e sono stanca. Mia figlia ha detto che c’è un bel film in TV. Mannaggia che mal di schiena! Sono proprio invecchiata. Ma ora mi seggo sulla mia poltrona preferita. Davanti a me, sul tavolo basso, c’è il televisore, proprio sotto la finestra. Di [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Grazie Zio Rubone! Inutile dire che il testo, a me. arriva, Ci ho trovato altro [...]

  • Patapump: piaciuto Ezio
    molto toccante il finale del voler proteggere
    💯

5
7
26

Guscio

18 April 2024

Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino di un castello. Il castello ha alte mura e torri e un fossato e un ponte levatoio chiuso, ormai [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

1
2
11

Haiku

18 April 2024

acheni al vento sfioriti verso il viaggio - flusso di vita Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
8
14

L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene

La società annienta l'uomo.

18 April 2024

Alterne, dure e drammatiche vicende, avevano portato il nostro protagonista Vincenzo Capperi ad adottare una definitiva e drastica soluzione. Da tempo si sentiva prigioniero nell'ambiente familiare. Prigioniero del suo lavoro, schiavo dei suoi clienti, dei suoi fornitori. Di obblighi da rispettare. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Gennarino: Stapelia, sinceramente grazie per la tua stima e fiducia.

  • L’esilioDiRumba: Io non ho ancora la quantità di esperienza di vita di stapelia, ma condivido [...]

5
7
24

La paura non è niente

17 April 2024

La paura non è niente La paura non è niente Dammi la tua mano Un altro inverno passerà sai Ed arriverà il profumo dei fiori Stringi le tue braccia intorno a te Ma devi stare tranquilla La paura non è niente Veste solo male Forse non ha neanche un buon odore Attraversa con me il fiume Ha lente [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
3
14

Rugiada motivazionale

Poesia concettuale ispirata da “T con 0” di Italo Calvino e “Un infinito numero” di Sebastiano Vassalli

17 April 2024

Un elevatissimo numero di volte la nostra realtà si ripete. Se potessimo vedere ognuna di esse con occhi umani non le distingueremmo. Ogni risultato individuale originale, trovata esclusiva del proprio gusto e ingegno, è ripetuto identico ogni volta da perfetti sconosciuti, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Patapump: hai dato molte possibilità e riflessioni
    opto nel cercare di non [...]

  • stapelia: Appare più una riflessione filosofica piuttosto che una poesia,Molto [...]

Torna su