Filippo stava sdraiato sulla sua vecchia sedia a dondolo nella veranda, che guardava ad un paesaggio agreste dal monte verso il mare. Lontano si vedeva l'orizzonte, a volte interrotto dalle siepi o dalle braccia degli alberi d'ulivo, che sembravano cercar di afferrare qualcosa dal cielo ma che rimanevano fissi ed immobili come un ragno a lato della sua tela. Vedeva passare il tempo e ne percepiva la fretta sulla sua pelle, un tempo liscia e morbida, ora raggrinzita e tatuata.

Quei suoi tatuaggi, fatti durante la vita, avevano due scopi essenziali: uno, era cercare di fermare l'emozione dei momenti, vissuti sul suo corpo come fossero una tela da dipingere o una lastra fotografica da impressionare; l'altro, era cercare di nascondere i solchi e le cicatrici con un colore artificiale, che assumeva significato tutte le volte che il sole lo colpiva o la luna lo carezzava. Era lì, a contemplare il movimento della terra attorno al sole e si chiedeva come mai per secoli si fosse creduto che il cielo girasse attorno al pianeta. L'apparente movimento delle nuvole, forse, aveva tratto sempre in inganno gli uomini, facendo credere che tale ripetersi del dì e della notte fosse solo una metafora della vita, che ha momenti di luce e giorni di buio.
Solo che ci si fermava a tale contemplazione - riflessione. Non si puntava l'attenzione sul ritorno della ciclicità, come se tutto nascesse finisse per poi sempre ricominciare e rifinire. E così per sempre.

Per sempre: due parole che spesso vengono usate con superficialità. Chi distrattamente, arrivava a tali osservazioni, rimaneva deluso e si sentiva ancor più fragile ed impotente di fronte a quella categoria, che aveva inventato, dopo l'osservazione dei fenomeni naturali e che aveva deciso di chiamare tempo. Forse sarebbe stato meglio evitare di scoprire misteri che, se scoperti, portano sempre alla delusione e alla sofferenza!

Filippo aveva con sé anche una pipa e masticava il beccuccio, assaporandone di tanto in tanto la fragranza del tabacco de "L'Avana", di cui aveva fatto una scorta durante i suoi viaggi per il mondo. Ora era lì a meditare. Perché nella vita c'è il tempo delle illusioni, della speranza, della passionalità, del godimento dei piaceri (e le sofferenze sembrano attutite da istintive ricerche della felicità!) e quello della delusione, del disamore, della freddezza, della disperazione, quando non si è abituati a ricercare il senso della vita e non si è mai incontrato Dio, perché si è illusi che, non pensandolo, non cercandolo, si sarebbe potuto dare un senso plausibile alla vita e ai comportamenti verso gli altri.

Si rivedeva neonato, in braccio a sua madre, frutto dell'osservazione e della propria esperienza dell'evento (nei bambini che aveva visto nascere) e si era convinto di vedersi come in un fotogramma, che più era un fotomontaggio della sua immaginazione che un ricordo della propria esperienza, mentre piangeva già da quando aveva cominciato a respirare l'aria della vita terrena. In quei momenti la vita gli era sembrata un cammino interminabile, un progetto di viaggio, che non sarebbe finito mai perché aveva vissuto l'esperienza della nascita e nulla, proprio nulla ne sapeva della morte.

Questa vita, a poco a poco vissuta nelle sue tappe, lo aveva forgiato come gli altri avevano voluto. Aveva imparato una lingua per comunicare con chi si prendeva cura di lui ed il suo corpo raddoppiava le sue cellule di giorno in giorno e si auto-costruiva secondo un'auto progettazione che recava con sè nel dna della sua potenzialità. In quel tempo un giorno durava un'infinità e la vita pareva infinita.

Infinito: altra parola magica e costruita per testimoniare la piccolezza dell'uomo, usata anch'essa senza il vero significato profondo! Quando cominciò la fase della responsabilità dell'affaccendarsi, il tempo iniziò  a restringersi sempre più. Le giornate passavano più in fretta perché si era insinuato il germe dell'efficienza, dell'auto-realizzazione, delle scelte. Solo quando lui si era innamorato aveva ricominciato a perdere la cognizione del tempo e a vivere in una dimensione completamente senza sofferenza ma nella nebulosità delle emozioni e nel piacere di vivere l'avventura. Aveva compreso che più si è nella realtà più si soffre, perché si vorrebbe cercare una risposta al proprio esistere, ignorando la presenza di Dio  nel mondo ed in noi anche se non se ne trova alcuna.

I giorni passano ancor sempre più in fretta. Non è che prima non passavano! Era però una condizione di estraniamento al reale, che ci dava la sensazione della sua immobilità. I progetti da realizzare avevano portato allo scorrere del tempo, senza che se ne fosse accorto e le candeline, spente prima con i propri genitori, poi con la propria famiglia creata con una donna, i figli, i loro problemi, avevano fatto scorrere quel tempo tanto velocemente che un giorno Filippo si era ritrovato solo, deluso e sofferente.

Nella veranda si sentiva solo  lo scricchiolio della sedia a dondolo ed il puzzo della pipa, mentre il vecchio cercava di registrare le sue ultime emozioni e delusioni, facendo il resoconto di quest'avventura. Solo sofferenza, arrendevolezze, desiderio di non sentir più ciò che si era rivelato gradatamente illusione e delusione. E quell'orizzonte che si stagliava lontano sembrava sempre più lontano, quell'orizzonte, che un giorno lui aveva creduto di raggiungere e addirittura superare, ora si allontanava ancor più i giorni passavano.

Allora scrisse parole, le sue parole, come a fermare ciò che aveva vissuto, che ancora viveva. È così cadde nella sua ultima illusione: acquistare l'immortalità, lasciando un segno in un mondo, quel suo mondo, che anche se avrebbe lasciato un giorno credendolo infinito, si rivela sempre e comunque, inesorabilmente finito.

 

Tutti i racconti

3
6
17

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
1
12

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
16

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
31

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
197

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su