“E’ tutta una questione di coraggio, che manca”, pensavo ad alta voce. La mattina esco di casa chiedendomi come mai sono intrappolata in una vita così. Se è vero che raccogliamo ciò che seminiamo, devo rivedere tutto. 

Mi alzo all’alba, alle sette sono già in auto e per arrivare in ufficio impiego un’ora. La tangenziale è un serpentone di gente aggrappata al volante con la faccia addormentata. Siamo un tutt’uno con la nostra macchina, lo sguardo è rivolto in avanti mentre i pensieri sono indietro: al letto caldo che abbiamo appena lasciato e a ciò che potremmo fare se avessimo un giorno di ferie: andare a comprare la “Birkin” di Hermès, dopo aver svaligiato una banca, prendere appuntamento con la parrucchiera per farsi applicare le extension lunghe fino al sedere, immergere i piedi in quelle vasche di pesciolini che si attaccano ai talloni come piranha, entrare da Zanotti per provare tutte le scarpe della nuova collezione “Red carpet”, fotografarsi i piedi e postarli su Facebook o starsene a casa, di nascosto, a riposare. Niente male. 

Alle otto timbro il cartellino e alle dieci devo mandare un documento al mio capo con gli ordini inseriti; non sono mai abbastanza. “Fatturare, fatturare!” è il mantra. Da lì, inizia il lavoro degli altri colleghi che dovranno organizzare acquisti e produzione e, se commetto errori, questi si ripercuoteranno su tutta l’organizzazione. Ho una bella responsabilità. Le dieci di mattina, per me, sono come il mezzogiorno di molti. A quell’ora ho già fatto colazione, trucco e parrucco,  steso il bucato, guidato nel traffico e macinato due ore di lavoro. Ci sono certi, che allo stesso orario, si sono appena alzati, come il mio maestro di scrittura. Beato lui! 

Dopo pranzo mi devo occupare di un’altra attività essenziale per sbloccare il lavoro degli altri: stampare le bolle di spedizione della merce che parte . Certo, non si tratta di salvare vite umane, ma non farlo significa non fatturare - vedi sopra. Mi sento ingabbiata in una catena di montaggio impiegatizia e sogno un lavoro che mi consenta orari flessibili. Se ho dei contrattempi personali è meglio che stia a casa, consapevole che l’indomani dovrò lavorare il doppio per recuperare. L’anno scorso ho preso una brutta influenza e sono rimasta a casa tre giorni. Sono stata malata per altri due, ma per fortuna c’era di mezzo il fine settimana. Tornata in ufficio avevo così tanti arretrati che l’influenza era passata, ma mi è venuto mal di fegato. Possibile che nessuno si fosse preso la briga di mandare avanti il lavoro in mia assenza? No. La frase: “Il lavoro è un gioco di squadra” serve solo a rimpolpare i manuali di organizzazione aziendale. Nella realtà, c’è gente che fa le scarpe ai colleghi per far carriera e il mio capo, in questo, è un professionista. A volte penso  che dovrei dargliela, per migliorare la mia condizione lavorativa, l’impegno non basta.  Fossi sicura che si trattasse di un buon investimento ci penserei, ma ormai mi fido solo dei Bot; la New Economy e il mattone mi hanno fregata. La bolla speculativa si è fottuta i miei risparmi. Vent'anni a pagare mutuo e interessi e ora mi ritrovo con una casa che vale la metà. Tuttavia, ad affilare le armi della seduzione, ci ha già pensato qualcun’altra. Ieri, dopo aver bussato alla porta del mio capo, sono entrata nel suo ufficio e ho trovato una collega sdraiata sulla sua scrivania, protesa verso il computer. Lei, trentenne ambiziosa, avvolta in uno sciarpone di lana sintetico e inguainata in un vestitino a buon mercato, pareva un tricheco spiaggiato. Lui, sessantenne consumato, seduto sulla sedia, con le braccia piegate dietro la nuca, era in posizione da pompino. Per fortuna ho bussato, altrimenti come li avrei trovati?  

Non voglio fare la bacchettona, gli amori da ufficio esistono da sempre, ma mi chiedo come si possa fare sesso nel bel mezzo della mattinata con i clienti che chiamano e i colleghi che cristonano. Io ci riesco a malapena la sera, a letto, meglio ancora nel fine settimana. A furia di trascorrere le mie giornate tra scadenze da rispettare, ho adottato lo stesso approccio anche per il sesso. Mi tengo libera la domenica pomeriggio. Dopo pranzo faccio un riposino, un bagno profumato, indosso biancheria sexy, un abito aderente e raggiungo mio marito in salotto.  Lui mi accoglie con il migliore dei sorrisi, mi fa sentire appetitosa come una fetta di torta al cioccolato e possiamo abbandonarci alla gioia dei sensi, anche se, dopo venticinque anni di matrimonio, non servirà più di una mezz’oretta. 

Scrivere tutto questo è peggio che viverlo, davvero. Quando ci si abitua alla propria quotidianità, si va avanti senza porsi domande. Le giornate si somigliano come i bastoncini dello Shanghai e il tempo passa. Torni dal mare e, un attimo dopo, ti trovi con il panettone in mano a festeggiare Natale, a scegliere l’uovo di Pasqua, fondente o al latte, e a programmare di nuovo le vacanze. Ci si ubriaca di vita. Bisognerebbe capire se si è felici, se è bene cambiare qualcosa e in che termini: il divano o la casa, l'Arbre Magique o la macchina, l'amante o il marito, la posizione della scrivania o il lavoro. Insomma, darsi da fare per cambiare. Ma è giusto reagire? Dove sta il vero coraggio? Nello stare nel proprio ruolo o nel ribaltarlo? Non so rispondere. Ho così paura dei cambiamenti che rimango intrappolata nelle circostanze e mi convinco che la mia vita non sia poi così male, osservandola come se fosse quella di un’altra: ho una bella casa, i figli sono cresciuti e un lavoro sicuro perché io, il mio capo, quello di cui sopra, l’ho sposato venticinque anni fa.

Tutti i racconti

3
6
15

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

  • Adribel: Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]

1
1
12

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
16

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
31

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
197

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su